giugno 2022

Il lato oscuro del metaverso

Le preoccupazioni causate dal metaverso

Quali minacce accanto alle opportunità?

Sono passati quasi 60 anni dalla pubblicazione del saggio “Apocalittici e Integrati”, in cui Umberto Eco definiva l’atteggiamento degli intellettuali rispetto alla cosiddetta “cultura di massa”. Queste due macro-categorie opposte si ritrovano spesso anche nel rapporto con l’innovazione tecnologica.

Non poteva fare eccezione il metaverso, che già nel suo stato nascente sta raccogliendo entusiasmo, curiosità e adesioni da un lato, ma dall’altro lascia perplessi alcuni osservatori, che mettono in guardia da potenziali zone d’ombra. Vediamo quali sono le principali preoccupazioni destate dalla prospettiva dei nuovi mondi virtuali.

 

Privacy e scamming
Dobbiamo aspettarci di incontrare nel metaverso l’avatar di un principe nigeriano? Forse sì, e a dirlo è Charlie Bell, Executive Vice President responsabile di Security, Compliance, Identity, and Management in Microsoft. Nelle sue parole: "The problems of yesterday's and today's Internet - impersonation, attempts to steal credentials, social engineering, nation state espionage, inevitable vulnerabilities - will be with us in the metaverse."

A destare i maggiori timori è la combinazione tra l’estensione delle possibilità offerte, nel bene e nel male, dai nuovi device per la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata, con la sterminata mole di dati, comportamenti e caratteristiche personali che verranno tracciate. Non si tratta dunque di un problema nuovo, ma del trasferimento e della possibile amplificazione di pratiche malevole già presenti oggi nel web: ad esempio, utilizzare i deepfake per perpetrare furti di identità.

Contro questi rischi, sarà necessario dotarsi di apposite precauzioni sia tecnologiche, da parte delle aziende, sia nell’uso quotidiano da parte degli utenti.

 

Il rischio di venire truffati è presente nel metaverso come sul web

 

 

Salute
Se le preoccupazioni riguardo allo scamming sono condivise anche dagli operatori del settore, quelle collegate alle ricadute psicofisiche sono più decisamente “apocalittiche” e assomigliano molto alle profezie di sventura già sentite negli anni 80 a proposito degli anime venuti dal Giappone (“cosa diventeranno i nostri figli che guardano tutti questi robot violenti?”) e, più direttamente, riecheggiano l’allarme lanciato spesso riguardo ai videogames: dalla gaming addiction alla desensibilizzazione. Più legittime, almeno per il momento, appaiono le lamentele relative alla “sickness” derivata dall’utilizzo dei device per la realtà virtuale, di cui abbiamo parlato già il mese scorso.

 

Diritto
I “concern” legali sembrano fondati almeno quanto quelli riferiti allo scamming. La difficoltà di definire degli standard per un concetto multiforme, globalizzato e ancora largamente in fase di realizzazione comporta delle aree grigie. Tra i dubbi principali emerge l’effettiva capacità di proteggere i copyright e le proprietà intellettuali. Va inoltre tenuto in considerazione anche il fattore della territorialità nell’applicazione di norme per contrastare eventuali comportamenti criminali compiuti virtualmente, come ad esempio le molestie sessuali. Parlando di diritti, inoltre, desta preoccupazione l’aumentata possibilità, grazie al virtuale, di creare nuovo outsourcing in aree del mondo in cui le retribuzioni e il trattamento dei lavoratori sono meno tutelati.

 

Molestie
Le molestie sessuali in un mondo virtuale possono sembrare un tema paradossale. In realtà sono già stati documentati casi di condotte improprie attraverso gli avatar. E i progressi delle interfacce aptiche impongono di tenere alta l’attenzione da questo punto di vista. Senza dimenticare che la “verosimiglianza” e la capacità del metaverso di mimare atteggiamenti e situazioni reali offre anche nuove opportunità al cyberbullismo.

 

Digital divide
“Per molti, ma non per tutti” diceva un vecchio spot pubblicitario. Lo stesso si può dire del metaverso, che come tutte le nuove tecnologie porta con sé il rischio di allargare la forbice tra inclusi ed esclusi. Le richieste in termine di potenza della connessione e di capacità dell’hardware, nonché di disponibilità di nuovi device quali i visori VR, impongono di considerare attentamente se le prospettive di interazione sempre più globale promesse dal metaverso siano davvero tali, o non rischino piuttosto di essere un’estensione virtuale delle disuguaglianze attuali.

 

Il metaverso potrebbe contribuire ad aumentare il digital divide già esistente