aprile 2023

Intelligenza Artificiale. Un punto sui temi caldi.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale e sul suo impatto

Da ChatGPT alla produzione di immagini, le questioni aperte sono tante. Vediamone alcune.

La privacy
In questo momento, in Italia, l’accesso a ChatGPT è stato bloccato dall'intervento del Garante per la Privacy, il quale ha ravvisato l'assenza di un'informativa relativa alla raccolta di dati personali, la mancanza di una base giuridica sottesa al loro uso nell'addestramento dell'AI, e barriere troppo basse all’accesso per i minori di 13 anni. Sul versante della privacy, va segnalato che lo stesso ChatGPT il 20 marzo ha registrato un data breach che ha portato ad un temporaneo stop precauzionale del servizio. Al momento di scrivere questo articolo, l'Italia è ancora l'unico Paese al mondo ad aver bloccato ChatGPT, e la notizia di provvedimenti simili potenzialmente presi da altri paesi (in particolare Canada e Francia) non ha ancora avuto seguito.

 

ChatGPT bloccato dal garante della privacy

 

Il lavoro
Da sempre, l'introduzione su larga scala di nuove tecnologie dalla portata rivoluzionaria, dal computer alla robotica, ha coinciso con una ridefinizione - anche traumatica - del panorama dell’occupazione, andando a incidere fortemente sulla composizione della forza-lavoro. Alla contrazione numerica di alcune professioni seguono, tuttavia, lo sviluppo o addirittura la nascita di altre. Per chi il lavoro lo perde, questo non è certo d'aiuto. Da questo punto di vista, la gestione degli ammortizzatori sociali e della riqualificazione dei lavoratori spetta alla politica e al mondo imprenditoriale. Ma fermare tout court il progresso tecnologico è piuttosto improbabile.

 

La robotica ridefinisce il mondo del lavoro

 

Il copyright
Nella sua estrema complessità legale, questo tema si spiega in modo molto semplice: i sistemi di intelligenza artificiale sono stati finora addestrati anche a partire da materiale protetto dal diritto d’autore. Qualcosa di analogo era già successo ai tempi di Google Books, con dieci anni di cause giunte fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, conclusesi in favore del colosso di Mountain View in nome del “fair use”. Ma, in proposito, ultimamente viene citato il caso Napster, che ebbe invece esito contrario. Il nocciolo della questione è il seguente: è lecito l’utilizzo di contenuti protetti da copyright per il fine superiore di sviluppare una tecnologia che può rivelarsi di grande utilità collettiva? Al momento, lo stato dell’arte della questione sembra ottimamente espresso da una domanda riportata dall’Economist, che cita Mark Lemley e Bryan Casey, autori di una masterclass sulla Texas Law Review: “Will copyright law allow robots to learn?”

 

L’intelligenza
Il dibattito sull’intelligenza artificiale è molto forte anche rispetto a questioni etiche e filosofiche. In particolare, sempre più spesso si sente avanzare il dubbio, anche da parte di autorevoli esperti, che l’AI possa già essere considerata senziente, o comunque dotata di un’intelligenza realmente autonoma. Ciò si applica in particolare all’AI testuale, i cui modelli - sintetizzando estremamente - sono volti a generare scritti simili al linguaggio naturale umano, seguendo un metodo di apprendimento che porta il sistema a prevedere quale sarà la parola successiva in una frase o in un insieme di frasi. Modelli, dunque, interamente basati sul linguaggio. Recentemente Wired ha riportato uno dei casi in cui è stata sollevata l’obiezione che l’AI stia diventando “veramente” intelligente. Si tratta della vicenda del ricercatore di Microsoft Sébastien Bubeck, che ha chiesto a ChatGPT-4 di disegnare un unicorno usando un programma nato per generare diagrammi scientifici. Ciò che ha ottenuto, in effetti, è un risultato teoricamente di grande interesse, visibile qui al minuto 23’13”. Nonostante questi primi germi di dubbio, per ora sembra ancora troppo presto per esultare o disperarsi, a seconda del punto di vista. Se da un lato ci sono casi di abilità da parte dell’AI che superano le aspettative, dall'altro si sottolinea da più parti come alcune capacità tipiche e definitorie dell'intelligenza umana siano evidentemente assenti. Alcuni esempi sono l’abilità di creare autonomamente nuovi task per se stessa (anziché risolvere solo task proposti dall’esterno), la capacità di ricordare e la fondamentale condizione di self-awareness. Da questa prospettiva, l’equivoco che porta a ritenere come autocosciente l’AI (soprattutto le AI testuali) dipende da una tendenza ad antropomorfizzare l’intelligenza artificiale. Se questo è vero, di fronte al celeberrimo test di Turing, per cui una macchina è intelligente se il suo comportamento è indistinguibile da quello umano, forse il punto cardine della questione sta nell’ammettere che, di fronte a ChatGPT, è arrivato il momento di chiedersi non tanto se il sistema sia intelligente, quanto se il test di Turing sia ancora attuale.