settembre 2021

Lavorare stando in vacanza

La nuova abitudine di lavorare in smart working mentre si è in vacanza

Sempre più lavoratori in smart working seguono il trend della workation, la combinazione di lavoro e vacanza che permette loro di staccare dalla città e rifugiarsi in altre mete, aprendo la strada a nuove opportunità anche per hotel e stabilimenti turistici

Negli ultimi tempi, anche in Italia si sta accentuando il fenomeno della workation, neologismo che combina i termini work, lavoro, e vacation, vacanza. Simile al bleisure (business + leisure) ed opposta alla staycation (stay + vacation), la workation prevede che l’impiegato possa occuparsi dei suoi impegni da un luogo di villeggiatura, senza bisogno di raggiungere il proprio posto di lavoro. Oltre a rivoluzionare i concetti di work/life e stress/recovery balance, questo trend genera immediate conseguenze in termini sociali ed economici, con un impatto non trascurabile sul settore dell’hospitality.

Un trend in rapida crescita

Questa tendenza ha sicuramente subìto un’accelerazione a causa della pandemia e del conseguente boom dello smart working, che ha costretto molte persone a lavorare da casa, spesso privandole degli stimoli e della concentrazione a cui erano abituate all’interno dell’ambiente di lavoro.

Da un’indagine Istat è infatti emerso che, da marzo-aprile 2020, la percentuale di impiegati che svolgono il proprio lavoro da remoto ha raggiunto l’8,8%, contro l’1,2% precedente alla pandemia.

La workation appare quindi come una proposta allettante per chi deve gestire queste modalità. Secondo un sondaggio condotto da Airbnb lo scorso autunno su un campione di 2000 lavoratori italiani, il 66% degli intervistati avrebbe dichiarato l’intenzione di recarsi, nei mesi successivi, lontano da casa per portare avanti le proprie attività in smart working. Inoltre, sebbene il 34% preferirebbe optare per una vacanza di prossimità, i luoghi più ambiti restano alloggi vicino al mare (39%), chalet di montagna (20%) e case al lago (13%).

 

La consuetudine di portare il proprio pc con sé mentre si viaggia

 

I vantaggi della workation per i lavoratori

Mentre i pro e i contro dello smart working continuano ad essere oggetto di dibattito da parte di istituzioni, aziende e dipendenti, nella situazione presente molti lavoratori, anziché restare chiusi tra le mura domestiche, decidono di cambiare aria e riscoprire il contatto con la natura per sopperire alle convivialità tra colleghi e contemporaneamente rispettare il distanziamento sociale.

Per molti, l’ambiente domestico potrebbe non essere un luogo di lavoro ideale e rappresentare invece una fonte aggiuntiva di stress, mentre un cambio di scenario può aiutare a favorire la concentrazione, migliorare l’umore ed aumentare la produttività. Secondo il parere della psicologa Annalisa Valsasina: “Una passeggiata nei boschi o sulla spiaggia porta ad un maggior senso di benessere complessivo. Lavorare al mare o in montagna non può che fare bene alle persone, al loro stato emotivo e di conseguenza alla loro energia e lucidità di azione sul lavoro”.

Il passaggio al lavoro a distanza ha sicuramente provocato un cambiamento nelle abitudini delle persone e recarsi in un luogo differente potrebbe dunque aiutare a stabilire una nuova routine in cui trovano spazio anche momenti di svago solitamente riservati ai periodi di ferie.

 

La workation permette di alternare lavoro e relax

 

Le nuove offerte turistiche

Dall’altro lato, le workation rappresentano anche un mezzo per incentivare il turismo e portare nuove risorse a quei territori che hanno sofferto un calo di visite per colpa della pandemia.

Molte strutture alberghiere hanno intravisto il potenziale che può derivare da questo desiderio di evasione dei lavoratori e non hanno tardato ad attrezzarsi per offrire servizi ad hoc. Secondo il già citato sondaggio di Airbnb, 1 ricerca su 2 per soggiorni di oltre 7 giorni sulla piattaforma è vincolata alla presenza della connessione wi-fi, elemento fondamentale per gli impiegati smart.

Per questo motivo, le aziende di telecomunicazioni acquisiscono un ruolo sempre più centrale e di conseguenza aggiornano le proprie proposte, cercando di garantire una maggiore copertura sul territorio. Eolo, ad esempio, ha implementato le sue infrastrutture di rete in modo da portare la banda larga fino ai piccoli comuni e alle aree rurali in tutta Italia e rendere disponibile una connessione veloce di cui anche le strutture turistiche possono usufruire.

 

Esempio di nuove offerte da parte di hotel con soluzioni per lavoratori

 

Contemporaneamente, i grandi gruppi tour operator hanno iniziato a dotare i propri hotel di Internet veloce, servizi di consegne e spazi adatti allo smart working, come Alpitour con “Smart Week” - un pacchetto apposito -, Starhotels con le sue “Smart Working Rooms” - lussuosi uffici alternativi provvisti di ogni comfort -, o Club del Sole con gli “Smart Holiday Villages” - dove vengono offerti animazione e baby-sitting per i bambini mentre i genitori lavorano indisturbati al pc.

Con la raccolta di adesioni da parte delle workation, sono nate anche nuove piattaforme digitali tra cui Nuvala, Be.Long e Smace, volte ad agevolare le ricerche degli alloggi e a proporre vacanze sempre più digitalizzate.

Indipendentemente dalla più o meno pervasiva diffusione futura dello smartworking, la reazione del settore hospitality e delle compagnie digital e telco ha messo in mostra da un lato l’importanza di operare con la massima reattività rispetto alle sollecitazioni del presente; e dall’altro, la necessità di poter contare su un’integrazione fruttuosa tra le singole iniziative imprenditoriali (come quelle dei tour operator) e un’infrastruttura all’altezza. Sfide tanto più rilevanti tanto per i settori messi in crisi dalla pandemia, quanto per l’intero Paese.