maggio 2021

Verso una nuova “etichetta” della sostenibilità

packaging sostenibile, responsabile, riusabile: i trend del 2021

Packaging circolare, riusabile, compostabile. Quando le buzzword si moltiplicano è il segnale che nel mondo dei consumi qualcosa sta accadendo.

E se il grido di battaglia plastic-free si udiva già prima del famigerato 2020, la pandemia sembra avere moltiplicato gli sforzi, le sperimentazioni e la ricerca di soluzioni radicali, che hanno interessato brand di ogni grandezza e settore, dal Plastic Waste Collection Program di Nestlé, al Return to Recycle di Sephora France.

 

Consumer sentiment: quanto preoccupa il climate change?

L’allarme per gli impatti del cambiamento climatico sulla biosfera si è tradotto in un’accresciuta sensibilità degli shopper nei confronti di packaging e materiali utilizzati per il confezionamento dei prodotti.

Nel giro di pochi anni l’inquinamento da plastica è diventato in assoluto la quarta preoccupazione mondiale per i consumatori, immediatamente a seguire le grandi paure di sempre, quelle relative alla salute individuale ed economica.

Secondo Mintel, quasi l’80% dei consumatori è disposto a boicottare i brand che non si comportano in modo etico e responsabile per quello che concerne il packaging.

A tal punto che i claim eco-friendly sono diventati abusati su etichette e confezioni, con un effetto controproducente – ormai il 69% del packaging nel mondo dichiara attributi di sostenibilità, per cui i consumatori in qualche modo danno per scontato  l’impegno dei brand in tal senso.

Con il concetto di sostenibilità diventato ormai lo standard del consumo, ecco venire di moda quello di “responsabilità”, che va a toccare a un livello profondo il sistema identitario del brand.

Non si scappa: il rispetto per l’ambiente e l’etica del brand passano attraverso il packaging, vero e proprio biglietto da visita di aziende e prodotti.

E se la fogliolina verde non è più, di per sé, un fattore di differenziazione così efficace, resta comunque uno standard che il consumatore si aspetta e che può davvero decidere la sua fedeltà a un particolare brand.

Ovviamente, come in ogni mercato, anche nell’arena della sostenibilità si accapigliano grandi player e piccole realtà. La lotta avviene sia a colpi di innovazioni incrementali e progressive, sia attraverso soluzioni disruptive, che hanno il potere di colpire lo shopper e tracciare nuove direttrici evolutive in fatto di materiali, processi e logistica.

 

Levissima: la prima bottiglia italiana con il 100% di plastica riciclata

levissima-  bottiglia plastica riciclata 100%

 

È del noto brand del Gruppo Sanpellegrino la firma della prima bottiglia nostrana interamente realizzata con plastica PET riciclata, con un progetto creativo e un’etichetta speciale ideata dal nostro design team (ne abbiamo parlato nel nostro blog).

Il design di Levissima vede un netto protagonismo del “green”, unito a un trattamento che richiama gli stilemi dell’hand made, per favorire la percezione di naturalità da un lato, ma anche di quotidianità e facilità dall’altro: un’occasione per rimarcare anche dal punto di vista visivo la semplicità del gesto del riciclo.

Il design minimalistico sottolinea che less is more, ma quando si tratta di impatto sull’ambiente, less è molto, molto di più.

 

Carrefour: insalate super verdi.

Il gigante francese, in partnership con Les Crudettes ha messo a punto una nuova tipologia di packaging sostenibile.

Sviluppato in soli 9 mesi, le nuove confezioni per l’insalata fresca sono fatte semplicemente con cellulosa e un’emulsione di acqua e quindi riciclabili al 100%.

Un’ottima soluzione anche per preservare gusto e freschezza della verdura, senza impattare troppo sulla durata a scaffale. I nuovi packaging entrano nella distribuzione Carrefour a partire dalla primavera 2021.

 

Lush, Morrison, Albert Heijn: tornano i materiali di una volta?

Cotone, juta, sughero diventano protagonisti nelle shopping bags di ispirazione frugale di alcuni grandi brand, che colgono l’occasione per sfruttare materiali di tendenza e alternativi alla plastica anche per costruire un po’ di buon storytelling, come accade con le confezioni zero-carbon di Lush, che ben si sposano con la voice del marchio.

 

Oatly sfida l’attenzione di noi poveri pesci rossi

L’acquirente sarà anche distratto, ma ciò non scoraggia Oatly, nome svedese di alimenti e bevande a base di avena, che sfrutta il lato della confezione per fare awareness attraverso un vero e proprio manifesto di sostenibilità.

Qui è l’abbondanza insolita del contenuto a destare curiosità, insieme all’elemento di “interattività”, una membership card improvvisata e sostenibile, ricavabile dal vuoto del cartone stesso.

La scelta di Oatly cavalca anche un driver importante, quello della necessità del consumatore di conoscere e informarsi sul tema, per diventare una parte attiva del cambiamento.

 

Oatly - educazione sul packaging

Img credits Mintel

 

Friends of glass: se il packaging potesse parlare…

Dall’educazione all’engagement spensierato attraverso iniziative che lasciano il segno. Come la campagna paneuropea “Le mille vite del vetro”, che ha coinvolto noti personaggi nelle rispettive Nazioni, per l’Italia l’attore Diego Abantatuono.

Qui l’awareness nasce dalla sorpresa, arricchita dalla componente conversazionale. L’umanizzazione delle bottiglie di vetro sul punto vendita porta a riflettere e al tempo stesso rende più vicino e accessibile il tema del packaging sostenibile.

 

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